Uno strano paese. Forse sei già stato in visita a Crespi d’ Adda, quel “Villaggio Operaio dell’ 800” ben indicato sui cartelli stradali turistici (quelli di color marrone) che da una quindicina d’ anni a questa parte guidano qui le migliaia di persone che, per interesse o curiosità, si riversano nel quieto e schivo paesello. Non è un paese di passaggio: se sei in viaggio nei dintorni e per caso sbagli una rotatoria e ti rendi conto di essere finito lì, ci resti intrappolato come in un ”cul de sac” (come dicono i Francesi) e puoi riprendere il tuo viaggio solamente ripercorrendo a ritroso la stessa strada da cui sei entrato Questo è dovuto alla sua posizione geografica, adagiato in un bassopiano chiuso tra il fiume Adda e l’ultimo tratto del suo affluente Brembo che proprio qui, alle spalle del Cimitero, vi finisce il suo corso . A nord del villaggio poi, fa da limite a questo luogo, la cosiddetta Ripa , un’ altura che, provenendo dalla riva sinistra dell’ Adda, si inoltra verso est ed è stata, per secoli, un’ importante linea di confine.
Il Fosso Bergamasco

Se sei a Crespi, in piazza della chiesa e, rivolto verso nord, guardi quell’altura dove sorgono le due belle ville che le guide descrivono come “Abitazioni del medico e del prete del Villaggio”, puoi riconoscere che si tratta esattamente della Ripa dove secoli fa era stato tracciato il Fosso Bergamasco, frontiera tra due stati protagonisti della storia del nostro territorio: il Ducato di Milano e la Serenissima Repubblica di Venezia. Ti consiglio di salire lassù, dove è stato recentemente realizzato un Belvedere, un po’ troppo piccolo, diciamo più adatto a coppiette in vena di romanticismo, che a gruppi di turisti, ma che permette una notevole vista panoramica sull'intero villaggio e oltre… Ecco, proprio lì passava l’antico confine del Fosso Bergamasco che proseguiva su quell'altura che qui tutti chiamano “la Collinetta”. Quindi il territorio dove i Crespi hanno fondato fabbrica e villaggio, un tempo apparteneva al Ducato di Milano!
Bergamaschi per un pelo

Quand’ero bambina , mentre dei contadini stavano arando un campo proprio alle spalle delle due ville, è stato ritrovato un cippo di confine, non so dove sia finito, ma ricordo che il mio nonno mi aveva confidato che lui aveva visto un altro cippo simile (da lui chiamato in dialetto “termen” ) tra le sterpaglie, sul ciglio di quell'altura a est di Crespi e che, secondo lui, era stato messo proprio lì per segnare che sulla Collinetta passava ”chissà quale confine”… Solo più tardi, quando studiai la storia, mi fu chiaro che il confine tra il Ducato di Milano e la Serenissima Repubblica di Venezia era proprio quello di cui parlava il nonno e che, nel 1797 Napoleone aveva spostato all’Adda. Mi resi allora conto che quel fazzoletto di territorio dove oggi sorge Crespi è stato a lungo milanese, quindi dei Visconti, poi degli Sforza e poi degli Spagnoli… Quando lo dissi al nonno, lui mi guardò e mi disse:- Ma allora noi di Crespi siamo bergamaschi per un pelo!
Note
Le fotografie dell’articolo sono state in parte scattate da me e in parte scaricate dal web. Resto a disposizione qualora l’autore delle immagini desiderasse la citazione o eventualmente la rimozione.