Fuori dal Comune

Metti una mattina di sole, davanti al trionfo

21/09/2021

Dialogo reale fra un’adolescente superficiale, ma curiosa, e suo padre

Ma com’è che si chiama questa pittura che vediamo qui, a Clusone, nella parte alta del paese, accanto alla chiesa parrocchiale? Ah sì, oratorio dei Disciplini, quelli che si autoflagellavano, un po’ masochisti, vero?

Non direi. Prima di tutto i Disciplini seguivano una regola (la Disciplina) che impartiva severe disposizioni circa le preghiere, le offerte, e anche i tempi nei quali battersi col flagello, concentrati soprattutto nella quaresima e nella settimana santa.

L'oratorio dei disciplini di Clusone
L'oratorio dei disciplini di Clusone

Mah, mi sembra una cosa senza senso, non bastavano le offerte?

Evidentemente no. Lo scopo spirituale della confraternita era, secondo i fondatori San Bevignate e San Ranieri vissuti nel XIII secolo, di cercare di imitare le sofferenze patite dal Cristo durante la passione. Questo sacrificio, insieme alle offerte e alle altre opere, permetteva di espiare i peccati.

Se è così, perché far dipingere questo affresco sulla facciata esterna della chiesetta? Non è decisamente inquietante? Tre grandi scheletri stanno al centro sopra una tomba e ai loro piedi in ginocchio molte persone ricche e importanti. I due scheletri ai lati sembra che facciano addirittura un tiro al bersaglio!

L’oratorio era la sede della confraternita. L’affresco che vedi è stato dipinto dal pittore locale Antonio de Buschis detto il Borlone fra il 1484 e il 1485. Il titolo dell’affresco è il Trionfo della Morte (in alto) e Danza Macabra (al centro). Ascolta Ballo in fa diesis minore di Angelo Branduardi, e capirai meglio.

Branduardi non lo conosco, ma cercherò quella canzone su Youtube.
Certo che lo scheletro della Morte e degli altri due scheletri è disegnato molto bene, non fa ricordare la decomposizione del corpo, i vermi. La Morte ha la corona ed indossa anche un mantello molto elegante chiuso da un fermaglio!

Oh, ecco che stai imparando a cercar di capire quello che osservi, a fidarti dei tuoi occhi. Il mantello è damascato. Si usavano filati di grande qualità per realizzare questi tessuti, decorati con disegni e fiori con diversi effetti di lucentezz

Dettaglio della facciata dell'oratorio dei Disciplini con il Trionfo della morte e la danza macabra

Vedo poi una serie di personaggi molto potenti, Re, Dogi, Cardinali, c’è anche un Papa morto nel sarcofago. Si danno tutti un gran da fare per offrire monete e gioielli alla Morte, evidentemente sperando di farla franca.

E’ così. Il doge (lo riconosci dal caratteristico copricapo chiamato corno ducale) alza un vassoio sul quale non sono monete, bensì, pensa te, biscotti speziati! Venezia (al tempo dominante su Clusone) era il principale mercato europeo delle spezie che erano ricercate e costose.

Vabbè, ho capito. Tutti si dannano per chiedere salva la vita, ma senza riuscirci. Mi sembra una cosa banale.


Mica tanto. Nel medio evo il tema della morte improvvisa era molto sentito. Occorreva essere preparati in ogni momento. La confraternita serviva proprio a questo, aiutava i disciplini ad essere pronti ad una buona morte.

Cioè ad andare in Paradiso?

Non proprio. Nel Medio Evo la Chiesa aveva rivalutato il Purgatorio, visto come luogo nel quale i dannati scontavano una pena simile a quella dell’inferno, ma limitata nel tempo. I Disciplini, con la loro condotta morale, si auguravano dopo la morte di meritare il Purgatorio, che voleva dire, una volta espiata la pena, di poter poi salire al Paradiso.

Oh!
Invece di esclamare cose, prova a descrivere i personaggi che vedi in basso, allineati in corteo, che entrano da sinistra e vanno verso destra.

Ciascun scheletro accenna un passo di danza, accompagnando i diversi personaggi verso il proprio destino dopo la morte. Da qui il termine Danza Macabra, tema medievale di origine francese.

Aspetta. Questa cosa del Purgatorio non l’avevo mai sentita. Vedrò di capirne di più.
Allora, il corteo: vedo che questi personaggi sono ciascuno accompagnato da uno scheletro, ma cosa fa, balla?! Vedo a sinistra addirittura una donna (l’unica dell’affresco?) che si guarda allo specchio, uscendo da una porta.

Lo specchio che la donna ha in mano riflette il cranio di uno scheletro e suggerisce che al di là della porta ci sono altri scheletri e personaggi che devono uscire.
Dopo di lei, vediamo un disciplino con tunica, cappuccio bianchi che è accompagnato addirittura da due scheletri. Tiene anche il flagello. E’ chiaro il richiamo alla committenza.

E gli altri personaggi chi sono?

Da sinistra, dopo il disciplino, un riparatore di vasellame (lo si riconosce dal trapano a volano che ha in spalla), poi un garzone di osteria, con un recipiente di vino in mano, un funzionario di giustizia, col bastone del comando, un mercante o usuraio, che guarda lo spettatore e tiene una borsa bene allacciata. Poi un giovane disperato, forse un poeta, con un foglio in mano, e infine l’ottavo personaggio è probabilmente un giurista. Ciascuno è accompagnato dal proprio scheletro, che li invita ad avanzare.

Nessuno di loro mi sembra un personaggio potente come quelli che sono in alto sull’affresco.

Hai ben colto. Appartengono al ceto produttivo, non hanno doni da portare alla morte, ma sono tutti pervasi dalla medesima apprensione. Rappresentano l’equanimità che è della morte, davanti alla quale si è tutti uguali.

Le Anime Dannate inghiottite dalla bocca dell'inferno. Frammento visibile nella parte inferiore della facciata.

Lo sai che mi sembra che siano addirittura contenti?

Non esagerare, quest’opera ha lo scopo di fungere da ammonimento ai Disciplini. I confratelli appartenevano al ceto produttivo, il lavoro era un grande valore, la ricchezza andava sì accumulata, ma non ostentata (come succede oggi, d’altronde).

Ah, ecco che ho trovato la canzone di Branduardi. Sentiamo: ‘’Sono io la morte, e porto corona / Io son di tutti voi, signora e padrona…’’ i versi sembrano la descrizione di questo affresco.

L’hai detto! Anche se Branduardi, modernamente, ne capovolge il significato. Branduardi ha preso questi versi dall’affresco della Danza Macabra di Pinzolo (Trento), dipinta da Simone Baschenis nel 1539: pensa, un pittore della Val Brembana.

Senti papà, queste Danze Macabre mi hanno proprio intrigata. Ma dentro l’oratorio che cosa c’è?

Un’altra meraviglia, ma te ne parlerò un’altra volta.

Note

Le fotografie dell’articolo sono state in parte scattate da me e in parte scaricate dal web. Resto a disposizione qualora l’autore delle immagini desiderasse la citazione o eventualmente la rimozione.

Bruno Lonni
Sono guida turistica da pochi anni, abilitata in francese e inglese. Fin da giovane ho coltivato la mia passione per l'arte perlustrando il territorio con curiosità.. Mi piace condurre visite guidate stimolanti e coinvolgenti. So adattarmi alle spettative dei miei interlocutori. Il mio motto: far comprendere l'opera d'arte di fronte a sé.

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