Fuori dal Comune

L'Adda, un fiume rivoluzionario

03/05/2021

Pochi fiumi possono vantare un ruolo attivo nella rivoluzione industriale come l’Adda. Dall’alta Valtellina, dove nasce, l’Adda si getta nel Po a Castelnuovo, in provincia di Lodi, dopo 313 km.

Il fiume è stato sfruttato fin dai tempi antichi, ma è a fine ‘800, a seguito della rivoluzione industriale, che si mette mano allo sfruttamento della forza motrice dell’acqua, con la costruzione di alcune centrali idroelettriche. Fra Cornate e Paderno d’Adda se ne possono ammirare due, ancora perfettamente funzionanti, immerse in un paesaggio fluviale di grande suggestione.

Il canale di scarico della Bertini confluisce nell'alveo dell'Adda, in un suggestivo paesaggio. Sullo sfondo la centrale Esterle

Quasi come la centrale del Niagara

Inaugurata nel 1898. la centrale Angelo Bertini fu il primo e più potente impianto elettrico d’Europa, secondo solo alle turbine della centrale del Niagara, con un salto di oltre 29 metri. L’energia prodotta servì in maniera determinante ad elettrificare la vicina Milano, in particolare le linee tranviarie, che risultarono in tal modo essere fra le prime in Europa.  A noi profani di cose elettriche interessa l’architettura esterna del luogo, di come il manufatto sia così ben inserito nel panorama del fiume. L’esterno è elegantemente decorato in pietra locale: una serie di ampie finestre percorre la facciata, sopra alcuni archi ribassati. In alto, sotto il cornicione si trova una serie di finestrelle quadrate separate da pilastrini bicolori, che danno all'edificio un’immagine di sobrietà e ottimismo. Il canale di scarico esce dalla centrale affiancando brevemente il corso del fiume.

Il canale di scarico della Bertini confluisce nell'alveo dell'Adda, in un suggestivo paesaggio.  Sullo sfondo la centrale Esterle
Il canale di scarico della Bertini confluisce nell'alveo dell'Adda, in un suggestivo paesaggio. Sullo sfondo la centrale Esterle

La sorella più giovane

Pochi anni dopo la “Bertini”, nel 1914, fu inaugurata la vicina centrale Carlo Esterle.  Il sopralzo sul fiume è di quasi 10 metri, l’elettricità prodotta è ben maggiore e a beneficiarne erano Milano, i comuni limitrofi e la linea ferroviaria Monza-Lecco.  L’architettura della Esterle è meno severa: una serie di finestre ad arco acuto, definite da diverse modanature, richiamano lo stile gotico; sopra le finestre è posizionato un fregio di piccole trifore alternate a pilastrini con disegni bicolori e decorazioni geometriche di grande eleganza. Anche la cancellata ricorda motivi medievali. E’ il trionfo dell’eclettismo, di origine vittoriana, molto diffuso fra fine XIX secolo e inizio XX secolo, che citava i caratteri artistici di secoli prima, gotico e romanico soprattutto.  Può stupire che tali stili siano stati citati per costruire una centrale idroelettrica ma ciò rientrava chiaramente nella filosofia del tempo, laddove, secondo il positivismo, il progresso dell’umanità doveva essere reso visibile e investire tutti gli edifici pubblici comprese le fabbriche, e non più solo le chiese o i municipi.

 La centrale Esterle
La centrale Esterle

Paradiso per camminatori e ciclisti

Le due centrali sono relativamente vicine. L’alzaia che costeggia l’Adda in questo tratto consente di ammirare il panorama intatto con fitti boschi e uccelli di ogni specie. Procedendo verso sud si arriva fino a Trezzo d’Adda, e da lì, tramite il ponte pedonale di Concesa, si può raggiungere il villaggio operaio di Crespi d’Adda, luogo Unesco, anche questo un inno alla fiducia nel futuro. 

Andando invece verso nord risplende il manufatto più ardito.    

La centrale Esterle
La centrale Esterle

Fuoco d’artificio finale

Il ponte in ferro di San Michele a Paderno d’Adda (di là è Calusco) strappa grida di meraviglia quanto a complessità e audacia.  Costruito nel 1887 su progetto dell’architetto svizzero Julius Röthlisberger è lungo 267 metri, sovrasta l’Adda per 85 metri e la larghezza dell’arco centrale è di 37,5 metri. Un agglomerato di pietra, ferro e ghisa (e 100.000 chiodi!), con piano stradale e ferroviario che ne fanno il manifesto di un’epoca, la stessa della Tour Eiffel (costruita negli stessi anni).

La forte struttura del manufatto si distende sopra il fiume con grande, incredibile leggerezza.

L’aria filtra attraverso le geometrie dei pilastri e dell’arco mettendo il ponte in forte comunicazione e rispondenza con le rive del fiume.  Si risolve al contempo un’esigenza pratica (il collegamento fra le due sponde) e teorica, di modifica strutturale del paesaggio urbano, chiara conseguenza del positivismo di fine Ottocento.

Oggi i piloni del ponte e il grande arco in ferro sono coperti da ponteggi; lavori di conservazione e rafforzamento sono in corso, ma il traffico stradale e ferroviario sono ripresi.  

Occorre scendere fino alla base del ponte per rendersi conto della sua imponenza e struttura.  Quando si risale, lo sguardo incontra una serie di cartelli con alcuni itinerari: Da Leonardo all’Unesco, Traghetto di Leonardo 55 minuti.

Ah ecco, oltre che rivoluzionario, l’Adda è stata pure rinascimentale.

Il ponte di San Michele da Calusco d'Adda, con l'imponente arco centrale in ferro.
Il ponte di San Michele da Calusco d'Adda, con l'imponente arco centrale in ferro.

Note

Le fotografie dell’articolo sono state in parte scattate da me e in parte scaricate dal web. Resto a disposizione qualora l’autore delle immagini desiderasse la citazione o eventualmente la rimozione.

Bruno Lonni
Sono guida turistica da pochi anni, abilitata in francese e inglese. Fin da giovane ho coltivato la mia passione per l'arte perlustrando il territorio con curiosità.. Mi piace condurre visite guidate stimolanti e coinvolgenti. So adattarmi alle spettative dei miei interlocutori. Il mio motto: far comprendere l'opera d'arte di fronte a sé.

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