Cosa bolle in pentola...

Castagne a Bergamo: Boröle e Biligocc

30/10/2021
''Castagne d'India'' sulle Mura. Fin dall'Ottocento gli alberi di ippocastano segnano la veduta di Città Alta

Finalmente siamo in autunno! E’ decisamente la mia stagione preferita. Il sole ci riscalda senza scottarci più la pelle e i suoi raggi sembrano dita lunghe e sottili che ci sfiorano il viso come dolci carezze. Gli occhi si riempiono di colori morbidi e delicati, gli alberi con il loro fogliame multicolore danno il meglio di sé, per il Gran Finale prima che l’inverno li metta a nudo per mesi che sembrano interminabili. E allora capita di rallentare il passo, quasi involontariamente, per osservare questi variopinti protagonisti del momento. Non ci si ferma del tutto, ovviamente, abbiamo sempre qualcosa di più importante da fare, e che direbbero poi gli altri a vederci fermi a fissare una pianta? Tuttavia quel sorriso appena accennato che istintivamente si forma sul nostro viso dovrebbe farci riflettere su quanto sia per noi benefico l’influsso della natura.
L’autunno sa stuzzicare proprio tutti i nostri sensi, non da ultimo il gusto con uno dei frutti tipici di questa stagione e del nostro territorio: la castagna. Bisogna lottare e sapersela conquistare, rinchiusa com’è nel suo riccio pungente. Ma si sa, tutto ha un altro sapore quando si fatica per ottenerlo.
Di alberi di castagno sono pieni i nostri boschi e bisogna approfittare di giornate ancora piuttosto calde e asciutte per fare una bella gita, magari in compagnia, armati di scarponcini, guanti e soprattutto sacchi capienti dove riporre il bottino. In passato tuttavia i castagneti erano molto più diffusi e curati di oggi, la bergamasca è infatti legata a doppio filo con la produzione di castagne, che hanno rappresentato da sempre un’importante risorsa economica, ma anche alimentare per le famiglie più povere.

Boröle...

Boröle in cottura nella tradizionale pentola in ferro forata sul fondo

Ci sono diversi modi per gustare al meglio questo frutto ricco e squisito e per ognuno abbiamo un nome. Le più famose sono le Boröle e i Biligòcc: presenziano immancabilmente le bancarelle delle feste patronali e non che si svolgono nei mesi autunnali e invernali. Le prime sono le caldarroste: castagne che vengono abbrustolite sulla tipica pentola di ferro bucata posta direttamente sul fuoco. Attenzione a praticare un’incisione nella buccia prima di farle cuocere, così eviteranno di scoppiare. Durante le sagre o le feste di paese si vedono grandi contenitori di metallo, forati sul fondo e sospesi con una catena sopra un bel falò. Ogni tanto li si fa ondeggiare cosi che le castagne possano rotolare e cuocere per bene su tutti i lati. Impossibile resistere alla tentazione di fermarsi e comprare un bel cartoccio.

...e Biligòcc

Filoni di Biligòcc sul tavolo di una bancarella pronti per essere gustati

I Biligòcc invece sono castagne affumicate che vengono vendute a “filoni”. Secondo una leggenda furono inventati nel medio evo a Poscante, un paese della Val Brembana, dove un contadino fece cuocere le castagne per due ore circa, lasciandole poi essiccare all’aria aperta per sette giorni. Ciò gli permise di conservarle per diversi mesi.

Cartello illustrativo lungo la "Via delle Castagne"

Se siete in cerca di una meta per una gita nel fine settimana, vi consiglio senza dubbio la “Via delle Castagne”, una bella passeggiata nei boschi che collega Zogno con la contrada di Castegnone di Poscante. Si tratta di un sentiero didattico adatto anche ai bambini, corredato di cartelli e illustrazioni per far conoscere non solo il castagno e il suo frutto ma anche la tradizione della raccolta, il ritmo delle stagioni e molto altro. Si parte da Piazza Martina e si percorre un sentiero alle pendici del Canto Alto fino ad arrivare al centro di Castegnone dove è ancora visibile l’antico secadur, una piccola costruzione in pietra composta da un’unica stanza con fitte grate poste a tre metri d’altezza dove venivano poste le castagne, mentre sul pavimento veniva acceso un fuoco di legno di castagno, ginepro, abete o betulla. Il fumo riempiva la stanza, procedendo all’affumicatura dei frutti, per poi uscire attraverso le tegole. Ogni due giorni, grazie ad un accesso posto nella parte alta della casetta, le castagne venivano girate e rivoltate con lunghi rastrelli.

La Castagna in Cucina

Le castagne sono ottime anche per diverse preparazioni della cucina bergamasca: con la loro farina si possono infatti ottenere gnocchi, polenta o pasta. Sono indicate anche per arricchire ripieni di capponi o polli o per polpette di carne. Non è insolito che alcune famiglie aggiungano castagne anche al ripieno dei casoncelli, che come sappiamo, era formato con gli avanzi di carne e non solo. E per finire? Non possiamo certo rinunciare al dolce, come budini, torte o pasticci, rigorosamente a base di castagne!

Note

Le fotografie dell’articolo sono state scaricate dal web. Resto a disposizione qualora l’autore delle immagini desiderasse la citazione o eventualmente la rimozione.

Rossana Salvioni
La passione per la Storia dell’Arte e le bellezze artistiche del nostro paese mi ha sempre accompagnata sin dall’infanzia e mi ha portato ad approfondirne lo studio negli anni universitari a Milano, conseguendo la laurea magistrale in Storia e Critica dell’Arte nel 2009. Collaboro con l’Associazione Bergamo Su e Giù come guida abilitata in italiano e Spagnolo da gennaio 2016. Trovo questa che questa professione sia il modo migliore per condividere l’amore per Bergamo e la sua cultura con tutti, italiani e non, che desiderino Conoscere. Solo chi conosce, ama e apprezza. La mia aspirazione più grande è quindi riuscire a trasmettere la bellezza della Conoscenza del nostro territorio e mi dedico con costanza perché chi mi ascolti possa amarlo, come lo amo io.

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