Fuori dal Comune

Una Lady e un Conte a Lovere

20/06/2025

Chi si trova a Lovere, a passeggiare sul lungolago, si imbatte presto in una passerella a sbalzo sulle acque, che riporta una frase (in inglese) che sorprende: 

Mi trovo ora in un luogo, che è il più splendidamente romantico che abbia mai visto in vita mia.

A scrivere questa dichiarazione d’amore per la bella cittadina dell’alto lago d’Iseo è Lady Mary Wortley Montagu (1689-1762), nobildonna inglese.  Lady Wortley era moglie dell’ambasciatore inglese a Istanbul, luogo in cui rimase per due anni, immergendosi in quella realtà esotica, girando col velo, e lasciando resoconti dettagliati sugli usi e costumi dell’impero ottomano.  Contribuì anche alle ricerche sul vaccino contro il vaiolo, vera e propria antesignana di donna libera e indipendente.

Nel suo peregrinare per l’Europa, Lady Mary trascorse diverso tempo in Italia.  Fu ammaliata dal lago d’Iseo, e di Lovere in particolare, che descrive come  «un villaggio per molti aspetti simile a Turnbridge Wells, non solo per la qualità delle acque (che è la stessa) ma nella maniera degli edifici; la maggior parte delle case sono separate da brevi intervalli, e tutte costruite sui fianchi di colline, che per la verità sono assai diverse da quelle di Turnbridge, essendo sei volte più alte (…) Tutto il lago, che è lungo 25 miglia e largo 3, è circondato da questi monti invalicabili, i cui lati, verso il fondo, sono così fitti di villaggi (e nella maggior parte di questi, di dimore di gentiluomini) che non credo ce ne sia nessuno a più di un miglio di distanza dall’altro, il che aggiunge parecchio alla bellezza della vista».   In un’altra lettera alla figlia scrive:  «Mi alzo presto, prendo l’aria sulle acque del lago tutte le sere, e di solito sbarco in qualche punto delle rive e sempre trovo qualche nuova passeggiata tra i monti, che sono coperti di vigne e di alberi da frutta, frammisti a diverse cascate naturali, e abbelliti da una varietà di bei panorami… ».  Pare una vera e propria dichiarazione d’amore.

Lady Wortley Montagu faceva parte di quella schiera di inglesi che nel Settecento si mettevano in viaggio verso il sud Europa, alla ricerca delle fonti dell’arte antica, dei paesaggi sublimi, del clima favorevole.  Fu colpita dall’architettura delle case costruite sul fianco delle colline, visto che a Turnbridge Wells, nel Kent inglese dove viveva, le colline erano di modesta altezza.  Probabilmente vide anche gli edifici storici di Lovere. 

Lovere, Basilica di Santa Maria in Valvendra

Mi piace immaginarla incantata dall’interno dell’imponente chiesa di Santa Maria in Valvendra, a nord dell’abitato.  La chiesa, oggi basilica minore di proprietà del comune di Lovere, fu costruita a partire dal 1473, dapprima in forme tardo-gotiche e poi rinascimentali. L’ interno è solenne, le tre navate sono separate da due file di alte colonne.  Meravigliosa è la volta a cassettoni della navata centrale, dipinta da Floriano Ferramola a partire dal 1513: un vertiginoso trompe-l’oeil con oculi, candelabre e grottesche dove classicismo lombardo, memore di Vincenzo Foppa e vivacità coloristica di provenienza cremasca felicemente convivono.  

Lovere, Torre Soca

Mi figuro Lady Wortley uscire poi dalla basilica e dirigersi verso il centro dell’abitato,  percorrendo l’attuale via Santa Maria.  Guarda distrattamente gli antichi muri della chiesa di Santa Chiara (1652) e, poco più avanti, osserva stupita i resti dell’antica chiesa di San Martino (XI secolo), dei quali oggi restano ancora  poche tracce di affreschi all’interno di un negozio di parrucchiera (!).   Più avanti alza gli occhi sull’imponente profilo della Torre Soca o Zucca (XII sec.), che faceva parte del sistema di difesa medievale della città.   La torre fu poi abbassata e utilizzata nel 1485 come base per l’ampliamento della chiesa parrocchiale dedicata a San Giorgio.   Un esempio di come riutilizzare una vecchia torre medievale trasformandola nella base dell’abside di una chiesa: una cosa non proprio comune da trovare.

Poco oltre, nell’attuale piazza Vittorio Emanuele II, svetta la Torre Civica, emblema del Comune, poi sistemata dalla Serenissima  ed abbellita in facciata con un affresco che raffigura il Leone di San Marco veneziano (1442). 

Forse Lady Wortley si è avventurata sulle anguste scale che salgono fino alla cima e da lì ha ammirato, magari in una limpida giornata primaverile, la vista superba del lago scintillante di luce.

Lady Mary non fu la sola eminente personalità del passato ad innamorarsi di Lovere; sulle sponde del lago si stabilì anche il conte Luigi Tadini (1745-1829).  Tadini era originario di Crema e, come la signora inglese, amava viaggiare per l’Italia, toccando le località che disegnavano il grand tour.  Appassionato di arte e ceramica nonché grande collezionista, a Roma strinse amicizia con Antonio Canova, il maggior scultore italiano del neoclassicismo. 

Lovere, Antonio Canova, Stele Tadini

La prematura scomparsa dell’unico figlio Faustino, morto per l’improvviso crollo di un muro del palazzo loverese, lo spinse a chiedere all’artista un’opera in ricordo.  La stele, scolpita da Canova nel 1819-1821 è ancora oggi visibile nella cappella all’interno del palazzo. E’ in marmo bianco di Carrara, alta 124 cm, e  raffigura una donna dolente seduta davanti a un vaso funerario con le ceneri del defunto, posto su un pilastro. In alto è un timpano a sesto ribassato con acroteri e ghirlande di alloro e nastri. Il profilo della figura è purissimo, di una perfezione quasi astratta, a sottolineare l’universalità del dolore.

Il palazzo, che si trova all’inizio del paese, fu progettato da Antonio Salimbene (1821-1826), che pianificò una severa facciata neoclassica prospiciente il lago.  Gli interni furono curati dallo scenografo Luigi dell’Era, che si pose l’obiettivo di valorizzare la grande collezione d’arte del conte, che possedeva tra l’altro opere di Jacopo Bellini, Paris Bordon, Giacomo Ceruti, nonché una notevole collezione di ceramiche.

Lovere, Accademia Tadini

Il conte volle aprire la sua collezione alla cittadinanza fin dal 1828, unitamente all’istituzione di una scuola di pittura, un’accademia.  Questo approccio, tipicamente illuminista, accomuna Tadini ad un altro conte, Giacomo Carrara, che a Bergamo aveva lasciato la propria collezione di opere d’arte alla città nel 1796, legandola anche alla fondazione di una scuola di disegno.

Oggi nel palazzo ha sede la galleria d’arte Accademia Tadini, nella quale, oltre la collezione di pittura del conte, è presente il Museo dell’Ottocento, con diversi reperti di epoca risorgimentale, a testimonianza del ruolo che Lovere ebbe a quell’epoca. Garibaldi si fermò a Lovere nel giugno 1859 per istruirvi un comando militare a controllo delle valli alpine; progetto che poi sfumò a seguito dell’armistizio di Villafranca. Notevole anche la biblioteca, con testi di filosofia, teatro, letteratura, storia, scienze naturali, nonché lo splendido salone dei concerti.  Qui si tiene da qualche anno il concerto di Capodanno, nonché una stagione musicale che nel 2024 è arrivata alla 97ma edizione.

Accademia Tadini, Ritratto di Lady Mary Wortley

Camminare per le sale della pinacoteca Tadini è un’esperienza toccante: gli ambienti, le decorazioni, i dipinti sono come allora, lo sguardo vaga tutto intorno.  All’improvviso l’attenzione viene catturata da due occhi chiari e vispi che attirano l’osservatore .  E’ il ritratto di una dama, con una sontuosa capigliatura.  Porta  un abito di corte, il busto ha maniche aderenti attorno all’avambraccio, la camicetta bianca è forse di organza, con un doppio giro di pizzo sul petto. Il mantello azzurro è foderato di ermellino. Al collo risalta un’applicazione di preziosa passamaneria.   Il portamento è altero e al tempo stesso invitante.

Chi sarà mai quella donna misteriosa? Il cartiglio a lato del dipinto svela il piccolo mistero:  è lei, Lady Mary Wortley Montagu, venuta qui, nelle sale dell’Accademia Tadini, a condividere con il conte Tadini la bellezza incantata di Lovere e del lago d’Iseo.

Note

Le fotografie dell’articolo sono state scaricate dal web. Resto a disposizione qualora l’autore delle immagini desiderasse la citazione o eventualmente la rimozione.

Bruno Lonni
Sono guida turistica da alcuni anni. Fin da giovane ho coltivato la mia passione per l'arte e l'architettura con frequenti visite sul territorio. Mi piace stimolare e coinvolgere i visitatori. So adattarmi alle aspettative dei miei interlocutori. Per me è fondamentale far comprendere l'opera che si ha davanti.

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