Fuori dal Comune

La Chiesa "San Giovanni XXIII" a Paderno di Seriate

09/04/2025

Valori simbolici nelle scelte architettoniche

Progettata dal grande architetto svizzero Mario Botta e realizzata tra il 2001 e il 2004, si presenta come un edificio dal forte impatto fisico nel suo aspetto decisamente contemporaneo, che è ancor più evidente perché posta accanto a una piccola e tradizionale chiesetta settecentesca, in un luogo che ancora conserva, nella presenza di prati, alberi e rogge, una sua antica vocazione agricola.

Un dialogo tra antico e moderno

antico e moderno a confronto e in dialogo: sinistra la chiesa settecentesca dedicata a Sant' Alessandro Martire, a destra la chiesa dedicata a San Giovanni XXIII.

La chiesa si erge massiccia e imponente, simile a un cubo scavato nella parte superiore, accanto al Centro Parrocchiale strutturato come un lungo e basso parallelepipedo sostenuto da colonne cilindriche. Ci si rende conto immediatamente di come i canoni geometrici e l’essenzialità e purezza delle forme siano elementi fondamentali nello stile architettonico di Botta, elementi a cui egli conferisce forte valore simbolico in quanto forme costitutive primarie della realtà e come tali portatrici di significati antichi e universali, che attraversano i tempi. E ancora in quest’ottica va la scelta di materiali primitivi, primari, come la pietra e il legno, per il rivestimento dell’esterno e dell’interno della chiesa.

Presenza fisica fra terra e cielo

Chiesa di San Giovanni XXIII - interno

Costruire una chiesa…vuol dire creare un manufatto come presenza fisica fra terra e cielo”. Così l’architetto Botta definisce l’idea di “chiesa” in un suo articolo sull’architettura del sacro. E come la realizza in questo edificio? Anche qui mediante scelte architettoniche di forte valore simbolico.

Nel cubo, a cui l’edificio rimanda nella forma, la dimensione orizzontale (richiamo alla terra) è uguale alla dimensione verticale (richiamo al cielo).

E poiché la chiesa, secondo Botta, deve avere non solo una valenza sacrale, ma anche monumentale e istituzionale (luogo di memoria collettiva, di significati duraturi nel tempo), costruire una chiesa vuol anche dire confrontarsi con il tema della durata, della solidità. Ed ecco quindi ancora l’uso della pietra e questa forma massiccia, a pianta quadrata, ben piantata sulla terra, e sottolineata dalla pietra fugata in orizzontale.

La dimensione sacra, invece, è ben espressa dalla perfetta verticalità delle pareti e dalla collocazione di lucernari che si aprono in alto, e rivolti all’interno, sottolineando, mediante la luce che viene dal cielo e al cielo rimanda, la dimensione interiore, spirituale, propria dello spazio interno di una chiesa. 

Spazi nuovi, spazi di luce

La luce: elemento importantissimo nella poetica architettonica di Botta, che egli mette in dialogo coi materiali di rivestimento delle pareti.

All’esterno, nelle diverse ore del giorno, la pietra rosata di Verona, grazie alla lavorazione a spacco, assorbe e modula la luce naturale smorzando al tempo stesso quell’effetto di freddezza e rigidità dato dalla forte componente squadrata e geometrica.

All’interno la luce diretta che scende dall’alto nel cuore dell’edificio viene regolata, addolcita e diffusa nello spazio da un prezioso e raffinato rivestimento murario in listelli di legno ricoperti di foglia d’oro. Essa è qui elemento primario che informa e anima lo spazio: una sorta di luce divina che per la sua dimensione eterea e l’effetto dorato rimanda ai valori dello spirito.

"Cristo Risorto" opera dell'artista toscano Giuliano Vangi

La luce: elemento importantissimo anche sotto il profilo religioso perché veicola un messaggio di resurrezione e di vita, espresso con grande efficacia e originalità nella scultura “scavata” del Cristo risorto, dell’artista toscano Giuliano Vangi. E’ qui che la tecnica dei volumi scavati, ricorrente in Botta e presente anche negli arredi liturgici, raggiunge alta espressione di significati: l’idea dello scavare per trarre alla luce verità antiche.

Realizzato nello spessore del muro dell’abside in marmo di Verona, il Cristo appare come emerso dalla profondità della pietra e proteso verso l’alto, riproponendo il binomio terra – cielo. Cristo con la sua resurrezione trae l’uomo dal buio della terra e della morte alla luce della vita, come l’artista sa trarre alla luce dal buio della materia antichi significati spirituali per proporli all’attenzione della gente di oggi.

Note

Le fotografie dell’articolo sono state scattate da me.

Tea Tiraboschi
Laureata a Bergamo in Lingue Straniere, ho lavorato come insegnante nella scuola primaria e secondaria di 1°grado. Dopo la nascita del mio terzo figlio mi sono ritirata da questa attività e ho gradualmente scoperto un crescente interesse verso il mondo dell'arte e della storia locale. Dal 2007 lavoro come guida turistica in italiano e inglese, attività che mi piace molto perchè mi permette di stare con la gente e di far loro conoscere storia, curiosità e bellezze del nostro territorio. Sono inoltre specializzata in turismo accessibile grazie ad una specifica formazione con viaggipertutti.it

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