Un piccolo gioiello nel cuore di Città Bassa
Esiste un museo davvero unico e particolare a Bergamo, dedicato al mondo dei burattini e al Teatro di Figura più in generale. È allestito all’ultimo piano del Palazzo della Provincia, nella centralissima via Tasso, a due passi dal Sentierone, nel cuore della Città Bassa.
Perché un museo del burattino
Il museo nasce nel 2019 per volontà della Fondazione Benedetto Ravasio, costituita nel 1993 dalla famiglia Ravasio per mantenere viva l’eredità artistica di Benedetto, uno dei più noti burattinai bergamaschi, attraverso la salvaguardia e la valorizzazione del Teatro di Figura, con particolare attenzione alla tradizione dei burattini bergamaschi. Il museo è dunque un punto di arrivo dell’importante lavoro di raccolta, cura, restauro e studio del patrimonio dei burattini bergamaschi svolto dalla Fondazione, ma allo stesso tempo un punto di partenza che grazie alla visione innovativa del suo giovane e appassionato direttore, Luca Loglio (bisnipote di Giuseppina Cazzaniga e Benedetto Ravasio) e al suo giovane team, possa essere il motore propulsore di nuove prospettive per il Teatro di Figura.
Il percorso museale
Per visitare il museo occorre raggiungere l’ultimo piano, il quarto, del palazzo della provincia (niente paura, c’è l’ascensore!). Ci troviamo nel sottotetto, dove le travi di legno lasciate a vista, contribuiscono a creare un ambiente caldo e gradevole. Ad accoglierci all’ingresso ci sono i burattinai bergamaschi ritratti in fotografie a colori e in bianco e nero: sono coloro che con la loro arte, con le loro voci e mani, hanno dato vita a migliaia di storie ambientate in mondi vicini e lontani facendo sognare grandi e piccini. Sono loro i protagonisti di questo museo insieme ai burattini, alle marionette, ai fondali e agli oggetti di scena appartenenti alle collezioni delle più importanti famiglie di burattinai bergamaschi (Angelini, Cortesi, Losa, Milesi, Ravasio e Scuri).
Per aiutarci ad immergerci quasi istantaneamente in questo mondo magico troviamo nella prima sala una grande e antica baracca appartenuta al burattinaio Arturo Marziali. Ci colloca immediatamente nel nostro spazio, quello di spettatori, pronti ad assistere allo spettacolo. È il “tramite” che ci consente di riposizionarci nel tempo e nello spazio, quando nei tempi andati (ma ancora oggi grazie alla rassegna Borghi & Burattini) gli spettacoli venivano allestiti all’aperto nelle piazze e nei cortili. Ed è proprio alla forma della baracca che lo scenografo del museo Diego Bonifaccio si è ispirato per l’allestimento delle varie sale, dove i burattini, raggruppati per genere, sono collocati davanti ad una caratteristica e particolare scenografia, pronti a entrare in scena. Incontriamo così, passeggiando curiosi, la baracca della Commedia dell’arte con Pantalone, Gioppino, Colombina, Arlecchino e tanti altri; quelle dedicate ai fatti di storia e di cronaca con Pacì Paciana, Simone Pianetti, Garibaldi e i garibaldini, e più comuni guardie e ladri; non mancano poi storie di mondi lontani, con re e regine dalla pelle color ebano o con gli occhi a mandorla; ma anche mondi fantastici popolati da streghe, mostri, maghe e fattucchiere.
È davvero un privilegio poter ammirare così da vicino questi meravigliosi burattini: se ne può apprezzare il realismo dei volti, le dimensioni della testa (un po’ più grandi rispetto alla media degli altri burattini italiani), la cura e il dettaglio delle vesti e degli accessori, spesso realizzati con materiali semplici e comuni. Anche in questa espressione artistica, quella dei burattini, possiamo riconoscere quel realismo e naturalismo tipico della nostra area geografica, quella lombarda, che caratterizza da sempre il nostro linguaggio artistico.
Assolutamente consigliata una visita con i bambini che potete intrattenere leggendo loro le filastrocche contenute all’interno di un piccolo libretto dal titolo “Filastrocche Burattine” acquistabile in museo. Un piccolo consiglio: durante la lettura omettete il nome del personaggio a cui è dedicata la filastrocca e sfidate i vostri piccoli accompagnatori a indovinare chi sia il burattino di cui si sta parlando.
Tante baracche per tanti burattini quindi che ci invitano a scegliere a quale spettacolo assistere.
Venite al museo del burattino e scegliete il vostro!
Note
Le immagini sono state scattate da me e da Federica Zambonelli che ringrazio per le averle condivise con noi.