Fuori dal Comune

Gromo: Fucine, Magli, Armi Bianche e... un Instrumentum! (2° parte)

24/08/2022

Con questo articolo continua la visita virtuale al Map Museo delle Armi Bianche e delle Pergamene di Gromo in compagnia di Andrea Zanoletti, responsabile pro tempore del museo.

"Mi segua nella sala centrale per vedere questa arma in asta da guerra collocata lo scorso agosto 2021" - mi invita Andrea – "si tratta di un ‘Buttafuori’".

La rara ‘’Buttafuori’’, arma recentemente acquisita dal museo

Il reperto, raro e prezioso è stato acquistato presso un’asta europea dal collezionista privato a cui appartengono quasi tutti i pezzi originali esposti al MAP.
Il Buttafuori è costituito da un astile in metallo che nasconde all’interno una lunga punta a sezione piramidale, che sviscerava con velocità il fendente grazie ad un meccanismo a scatto.
"Questa arma bianca invece è una lama da ‘Storta’ che è stata accorciata due secoli più tardi per ricavarne una coltella da caccia. Riporta il punzone ‘Scaccus me fecit’, vale a dire forgiata nel XVI secolo dalla famiglia Scacchi".

"È vero che talune spade forgiate a Gromo riportavano la scritta punzonata ‘’En Toledo’’ per imitare la produzione spagnola e posizionarle con più facilità sui mercati italiani ed europei?" chiedo alla mia guida.

L’originale impugnatura a testa di gatto della spada detta ‘’Schiavona’’

"Non è detto che si trattasse solo di una falsificazione a mio parere - si accalora Andrea - come ho asserito in precedenza, la qualità dell’acciaio di Gromo era tanto elevata da non escludere che vi fossero stati contatti più concreti e più frequenti con l’ambiente spagnolo. Ne sono una prova indiretta il dipinto che rappresenta la ‘Vergine del Pilar’ (la Santa patrona dei marinai, un tema presente nella pittura spagnola) che si può ammirare nel presbiterio della Chiesa parrocchiale di Gromo. Altro indizio indiretto è il nome del musicista-organista gromese Antonio Gonzales, di chiare origini spagnole. Gonzales fu scoperto da Giovanni Simone Mayr e impartì lezioni di musica a Gaetano Donizetti".

Sopra la teca che mostra l’evoluzione storica della lama da spada -da arma bianca da battaglia sino a ‘Bastone animato’ e fioretto da duello-, spicca una spada detta ‘Schiavona’ caratterizzata dal pomolo a forma di testa di gatto.

L’esposizione nella Sala delle Armi evidenzia due spade ‘a tazza’ di cui una che riporta lo stemma della famiglia Scacchi all’interno dell’elsa; una spada a ‘Striscia’ con la relativa daga detta ‘Mano sinistra’; una Nimca di forma araba; una spada corta da fante con il punzone Ginami sul retro e una forma a conchiglia sulla guardia, tutti pezzi risalenti al XVII secolo.

La suggestiva Sala delle Armi, con affreschi in stile alpino a tema compravendita di armi bianche. In primo piano le due sciabole dei Savoia.

Non vi è alcun dubbio che ci si trova nel locale dove materialmente avvenivano le contrattazioni e si stipulavano le compravendite delle armi bianche.
"Gli affreschi di questa sala – spiega Andrea - si collocano in quel filone pittorico degli inizi del XVI secolo ben documentato in ambito alpino, che resta un ‘unicum’ grazie al quale questa sezione del Museo può fregiarsi del titolo di ‘Sala delle Armi’ per il soggetto rappresentato. I dipinti mostrano lo stemma della famiglia Ginami, la provenienza dei i compratori e i commerci che resero ricchi il Comune di Gromo e i suoi mercanti. Fra i personaggi ritratti a fresco si distingue un ‘Moro’ nordafricano con la ‘lama da storta’. Porta in capo un cappello a forma di turbante, testimone della circolarità ad ampio raggio non solo europeo, dei mercati dell’epoca".

L’instrumentum: la preziosa pergamena del 1267 che dette a Gromo l’autonomia fiscale dal comune di Bergamo.

Nella teca principale della Sala delle Armi è conservato un documento fondamentale per la comunità gromese: l’Instrumentum del privilegio, una lunga pergamena del 1267, divisa in dieci parti, che sancisce l’autonomia amministrativa di Gromo, Valgoglio e Oltredragone, da Bergamo.

Si può dire che da questo documento, scritto in una bellissima e ordinata calligrafia, ha origine la fortuna economica della comunità. L’Archivio comunale di Gromo, arricchito dal contributo della Donazione Valerio Milesi che fu anche l’ultimo proprietario dell’omonimo palazzo, consta in alcune centinaia di pergamene antiche del periodo storico compreso fra il XIII e il XVII secolo.

Le sole armi bianche di proprietà del museo MAP sono state donate dalla famiglia Norbis di Bergamo Alta lo scorso agosto 2021. Si tratta di due sciabole di epoca sabauda Modello 1855 e Modello 1588 con fodero, oltre ad una daga (pugnale) con rare incisioni in lingua araba e manico in avorio.

Che ne è stato poi dei magli e delle fucine, dopo la seconda metà del secolo XVII?
"Il giorno di Ognissanti, 1 novembre 1666, una disastrosa rovina provocata da una grossa frana scesa dal versante di Novazza distrusse tutti magli e le fucine. Ci furono una sessantina di vittime. Si trattò di una tragedia senza precedenti - conclude Andrea - dalla quale l’economia di Gromo e del suo indotto non si sarebbe mai più ripresi. La produzione di armi bianche subì un colpo durissimo e letale".

E’ possibile ancora oggi farsi un’idea della ‘’valle dei magli’’ prima della sciagura recandosi nella piccola chiesa comunale di San Gregorio dove la pala d’altare, dipinta da Enea Salmeggia nel 1624, raffigura sullo sfondo la sola immagine che mostra Gromo com’era prima della rovina del Goglio del 1666.
Chiedo ad Andrea, a questo punto, quali sono le tipologie di visitatori che frequentano abitualmente il museo MAP. Mi dice che si tratta di villeggianti e di turisti di passaggio in Alta Valseriana, specie nei fine settimana, con maggiore affluenza in estate e nel periodo natalizio. Ci sono anche gruppi organizzati per visite guidate e scuole (molto apprezzati sono anche i laboratori didattici presenti). Non mancano gli appassionati che praticano lo sport della scherma antica e contemporanea, nonché i collezionisti di armi antiche.

Quali sono i progetti per il futuro del Map?

"I progetti futuri in serbo sia per il museo MAP che per Palazzo Milesi sono molto lungimiranti.
Al momento, con il gruppo di studio del museo e lo staff tecnico ci stiamo focalizzando su una stretta collaborazione con le realtà museali locali del territorio. Per la prossima primavera, infatti, è in corso lo sviluppo di una mostra dedicata ad una nuova esposizione inedita, sempre inerente al tema delle armi bianche, della quale daremo comunicazione più avanti".

È davvero encomiabile il dinamismo di questa piccola realtà museale che rivendica e conserva con orgoglio le proprie radici ed ha cura della sua identità e del proprio passato con dedizione, oltre ad avere un occhio di riguardo rivolto verso l’avvenire. Lo studio e la conoscenza del proprio passato sono sempre alla base della realizzazione del proprio futuro.

Note

Le fotografie dell’articolo sono state scattate dall'autore dell'articolo.

Bruno Lonni
Sono guida turistica da pochi anni, abilitata in francese e inglese. Fin da giovane ho coltivato la mia passione per l'arte perlustrando il territorio con curiosità.. Mi piace condurre visite guidate stimolanti e coinvolgenti. So adattarmi alle spettative dei miei interlocutori. Il mio motto: far comprendere l'opera d'arte di fronte a sé.

Related Posts

Tutta la mia città
Pittura di Storia e Melodramma Terzo e conclusivo “atto” (per dirla con il gergo teatrale) della programmazione messa a punto […]
z_Sidebar
Armonia rinascimentale e meraviglia barocca Abbazie e monasteri: non solo religione All’imbocco della val Cavallina, pochi Km fuori Bergamo, il […]
Tutta la mia città
Quando si percorre a piedi la Corsarola, il Teatro Sociale passa quasi inosservato; la sobrietà della facciata, semplice ed elegante, […]
Bergamaschi DOC
Un concittadino poco conosciuto Chi frequenta Città Alta conosce l’esistenza via Beltrami, la strada che sale, con tortuosi tornanti, da […]
magnifier