L'Adda, fiume di confine

Il villaggio industriale di Crespi d’Adda deve il suo duplice nome alla famiglia dei fondatori e al fiume Adda che lo lambisce a ovest, in terra bergamasca. Quando furono realizzati la fabbrica e il villaggio, non c’erano ponti in questo tratto dell’Adda, l’unico di cui parla la storia era quello visconteo, parte integrante e strategica del castello di Trezzo, che però era stato distrutto nel 1416 dal Carmagnola. Prima dei ponti di Brivio, di Paderno, di Trezzo e di Vaprio, l’attraversamento del fiume era effettuato da traghetti, barconi e barchette: ho appurato che ce n’erano almeno sei di traghetti ufficiali in questo tratto, senza contare i traghettatori “di frodo”, come quello che si prestò per far passare a Renzo (quello dei Promessi Sposi) il confine tra lo stato di Milano e la terra di Venezia. Però, come è già stato detto, questa parte di territorio dove oggi sorge il villaggio fu milanese per molti secoli e questo legame è rimasto a lungo. Ci si rende conto quando si guardano le vecchie fotografie del villaggio e del cotonificio: in effetti la facciata della fabbrica e l’ingresso principale erano rivolti verso l’Adda, cioè verso il territorio milanese. Anche la villa Crespi aveva la fronte al fiume e in alcune fotografie d’epoca si vedono ospiti che accedono al Castello arrivando dall’Adda, con barche e barchette e i Crespi allacciarono da subito le due sponde del fiume con una passerella pedonale che permetteva di far arrivare agevolmente operai ed operaie che venivano dal Milanese.
Al fiume...

Se hai già visitato il villaggio e sei rimasto stupito dalle sue caratteristiche, ti consiglio di raggiungere il fiume, anzi di attraversarlo e scoprirai un altro aspetto importante di questo insediamento, fondato solo alla fine dell’Ottocento, ma inserito in un ambiente ricco di storia e con caratteristiche rilevanti dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Scendi la solenne e scenografica gradinata lasciandoti alle spalle l’elegante facciata della chiesa del Villaggio, attraversa lo stradone (qui lo chiamano così) e raggiungi la villa Crespi, denominata il Castello. Purtroppo è circondata da un muro che impedisce la vista sia dell’edificio che del parco, ma è meglio così: non ci vive nessuno e l’incuria e l’abbandono nuocciono terribilmente a questo luogo, ma anche a noi ormai anziani crespesi che, da bambini, immaginavamo (e disegnavamo anche…!) i castelli delle favole esattamente così. Percorri la strada pedonale che costeggia il Canale derivato dall’Adda e ti trovi in pochi minuti in un contesto straordinario…Proseguendo il cammino sulla riva sinistra si arriva a Capriate, ma ad un certo punto c’è la possibilità di attraversare il fiume per andare… in provincia di Milano. Dapprima superi il canale Crespi, che è la prima opera realizzata dagli imprenditori deviando parte delle acque del fiume per fornire energia motrice (non ancora idroelettrica!) alla fabbrica. Oltrepassato il Canale e l’impianto di risalita dei pesci (se sei con dei bambini, informati prima di come funzionano questi impianti, loro sono molto interessati) ecco la Passerella, ed hai subito la consapevolezza di essere, come per incanto, in un luogo affascinante, dove l’opera dell’uomo entra in simbiosi con la natura.
La passerella dei frati

Per alcuni anni, prima che il villaggio, grazie ai Crespi, avesse un sacerdote, erano i Frati Carmelitani, che dal loro antico monastero di Concesa, posto aldilà dell’Adda, percorrevano la passerella e venivano nella bella chiesa del villaggio ad officiare messe e altre funzioni religiose. Per questo ancora oggi da molti crespesi è chiamata così. Mossi i primi passi sulle assi di legno, ci si rende conto che la passerella oscilla e, se soffri di vertigini, puoi fare come faceva mio fratello da piccolo che chiudeva gli occhi, mi stringeva la mano e mi imponeva di non fermarmi… arrivati a metà lo rassicuravo dicendogli: “Stai tranquillo, siamo già in provincia di Milano!”
Invece vale la pena di fermarsi a guardare il fiume che giù, sotto i tuoi piedi, scorre impetuoso e spumeggia tra i massi di ceppo, o li aggira sonnolento, a seconda delle stagioni. Ai lati i due corsi d’acqua artificiali: sul lato bergamasco il canale Crespi che subito dopo la piccola centrale rientra nell’Adda, sul lato milanese il Naviglio della Martesana che invece arriva fino a Milano. La sponda milanese risale fino al piccolo villaggio di Concesa, una frazione di Trezzo, antico borgo con un passato storico di primaria importanza dall’epoca celtica a quella Longobarda, fino alle signorie dei Visconti e degli Sforza. Domina l’altura la settecentesca villa Bassi che, per un certo tempo, fu proprietà della famiglia Crespi, nel dopoguerra adibita ad alloggi per gli sfollati, scuola professionale e oggi è la sede del Parco Adda nord. Se decidi di restare per qualche minuto a metà della passerella, appoggiato alla balaustra e di guardare il fluire dell’acqua senza muoverti, avrai la strana sensazione di esserne trasportato…Dove? Decidi tu!
Note
Le fotografie dell’articolo sono state in parte scattate da me e in parte scaricate dal web. Resto a disposizione qualora l’autore delle immagini desiderasse la citazione o eventualmente la rimozione.